Maurice Gilbert, «L’interpretazione di SiracideVL-Vg 24,6a», Vol. 96 (2015) 113-118
The addition in SirVL-VG 24,6a (“I [Wisdom personified] made the light arise that does not set”) has been understood by C. Kearns as the light that illuminates the righteous in the afterworld. In this short note, we propose to see in this “light” that of the Torah, which arose before the creation of the universe.
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L’INTERPRETAZIONE DI SIRACIDEVL-VG 24,6A 115
Ora, secondo SirVL-Vg 24,6a, è proprio la Sapienza che, pur essendo nei
cieli, ha fatto sorgere la luce che non viene meno, che non tramonta. Il
contesto fa immediatamente pensare alla creazione della luce, rapportando
il nostro verso a Gen 1,3-5, dove è menzionata la creazione primordiale
della luce, prima della separazione tra luce e tenebre. Il nostro verso latino
dell’Ecclesiastico, però, non fa riferimento alle tenebre. Quale sarebbe
dunque l’argomento per giustificare che, in SirVL-Vg 24,6a, abbiamo un’in-
terpretazione originale di Gen 1,3-5?
È vero che Rashi, commentando Gen 1,3, scrive che la luce era in ri-
serva per i giusti nell’aldilà. Questa spiegazione va nel senso della pro-
posta di Kearns. Ci sono però altre spiegazioni. Tra queste, c’è quella di
Rabbi Simon: in Gen 1,3-5, “Luce è scritta cinque volte, ciò corrisponde
ai cinque libri della tôrâ” 10. C’è anche un’altra spiegazione attribuita ad
Aqiba, all’inizio del II secolo della nostra era; si trova nelle Pirqé Aboth
o Sentenze dei Padri, 3,19:
Beato l’uomo per il fatto che è stato creato ad immagine di Dio […].
Beato Israele, perché sono chiamati figli di Dio […].
Beato Israele per il fatto che a loro è stato dato il prezioso strumento
attraverso il quale fu creato il mondo. Vi è stato un amore più grande
quando hanno saputo che a loro era stato dato il prezioso strumento
attraverso il quale il mondo era stato creato, come è detto: “Vi ho dato
una buona dottrina. Non abbandonate la mia tôrâ” (Prv 4,2) 11.
Su questo testo, importante per il mio scopo, R. Travers Herford ha
offerto una nota alla sua traduzione e la traduco: “Il ‘prezioso strumento’
è la ‘Torah’, non la relazione scritta neppure la sua interpretazione orale,
ma il pensiero divino che vi è inserito”.
Questa idea che la tôrâ è stata creata prima di ogni cosa si ritrova in
vari testi della tradizione giudaica:
– Targum Pseudo-Jonathan (Add. 27031), a proposito di Gen 3,24:
“Prima che Dio creasse il mondo, ha creato la tôrâ” 12.
– Sifre del Dt, Pirqa 37: “La tôrâ, che è l’elemento più prezioso di tutto,
fu creata prima di qualsiasi cosa, com’è detto in Pr 8,22-23 [citati]” 13.
10
Midrash Rabbah, vol. 1: Genesis. Translated by H. FREEDMAN (London
1939) 21.
11
R.T. HERFORD, “Pirqê Aboth. Sayings of the Fathers. Introduction,
Translation and Commentary”, Apocrypha and Pseudepigrapha of the Old
Testament (ed. R.H. CHARLES) (Oxford 1913) II, 686-714, spec. 702.
12
R. LE DÉAUT, Targum du Pentateuque. Tome I: Genèse (SC 245; Paris
1978) 99.
13
R. HAMMER, Sifre. A Tannaitic Commentary on the Book of Deuteronomy
(Yale Judaica Series 24; New Haven, CT – London 1986) 70.