Francesco Cocco, «'Mors tua, vita mea'. Eleazaro e il sommo sacerdozio», Vol. 94 (2013) 509-533
The book of Numbers devotes ample space to Eleazar, Aaron's third son who becomes heir to his father's priesthood after the mysterious death of his two older brothers, Nadab and Abihu. The article shows how Eleazar's destiny is marked, at every important stage, by someone's death, a fact which favours his rise to the high priesthood. The analysis of the texts suggests that the dynasty of Zadok could be the priestly group interested in putting forward Eleazar's figure.
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“MORS TUA, VITA MEAâ€. ELEAZARO E IL SOMMO SACERDOZIO
denti di Levi: un ruolo marcato dalla subalternità – divinamente sta-
bilita e, pertanto, irrevocabile – nei confronti della classe sacerdotale
rappresentata da Aronne e dai suoi figli.
Un interessante indizio della problematicità della questione ci
viene da un problema di critica testuale, relativo al v. 9: secondo
quanto segnala l’apparato critico della BHS, infatti, diversi manoscritti
ebraici, il Pentateuco Samaritano e la LXX riportano la preposizione
corredata di un pronome alla prima persona (“a me [YHWH]â€), invece
che alla terza (“a lui [Aronne]â€), come si legge nel TM 21. Se si do-
vesse accogliere questa variante testuale, i leviti sarebbero completa-
mente affidati a YHWH e non ad Aronne, come interpreta la versione
del TM. Seguendo l’indicazione dell’apparato critico della BHS, l’ori-
gine della variante presente nei manoscritti di cui sopra si spieghe-
rebbe come un tentativo di armonizzazione del testo con Nm 8,16, in
cui effettivamente la preposizione è corredata di un pronome alla
prima persona singolare e il soggetto parlante è YHWH 22.
Ma accanto a questa spiegazione — che attribuisce l’armoniz-
zazione all’errore materiale di uno dei copisti, il quale avrebbe
omologato due testi in origine solo simili — non si può escludere
l’ipotesi di una correzione intenzionale, operata per motivi ideolo-
gici: l’attribuzione ad Aronne della proprietà dei leviti ben poteva
suonare come troppo forte e perciò difficilmente accettabile; indi
l’opportunità di un intervento correttivo, che restituisse a YHWH la
proprietà dei leviti. Se quest’ipotesi fosse vera, avremmo nella sto-
ria della trasmissione del testo una conferma dell’effetto tutt’altro
che irrilevante che i vv. 5-10 causano nella comprensione globale
del materiale riguardante i leviti contenuto in Numeri.
Se, dunque, la funzione narrativa di Nm 3,5-10 — nell’econo-
mia della “narrazione sacerdotale†— corrisponde a quanto finora
espresso e mira alla subordinazione dei leviti al sacerdozio aroni-
tico, si comprende meglio la funzione della genealogia dei vv. 1-4:
strategicamente collocata all’inizio del racconto, ha la finalità di
chiarire chi fossero i soggetti destinatari della “proprietà dei levitiâ€,
ovvero “Aronne e ai suoi figli†(3,9).
21
Nello specifico, il Pentateuco Samaritano riporta yl, mentre la LXX ri-
porta moi, laddove il TM ha wl.
22
Così leggiamo in Nm 8,16a: larfy ynb $wtm yl hmh ~yntn ~yntn yk, ov-
vero: “Poiché essi [i leviti] sono completamente donati a me tra gli israelitiâ€.