Francesco Cocco, «'Mors tua, vita mea'. Eleazaro e il sommo sacerdozio», Vol. 94 (2013) 509-533
The book of Numbers devotes ample space to Eleazar, Aaron's third son who becomes heir to his father's priesthood after the mysterious death of his two older brothers, Nadab and Abihu. The article shows how Eleazar's destiny is marked, at every important stage, by someone's death, a fact which favours his rise to the high priesthood. The analysis of the texts suggests that the dynasty of Zadok could be the priestly group interested in putting forward Eleazar's figure.
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“MORS TUA, VITA MEAâ€. ELEAZARO E IL SOMMO SACERDOZIO
rabbini sentirono la necessità di trovare il modo di esplicitarla, in-
dicandone la fattispecie 26. Il dato certo è che i due figli di Aronne
furono puniti da YHWH per una qualche ragione e lo furono in mas-
simo grado, visto che pagarono con la vita.
Una tradizione così negativa in relazione a Nadab e Abiu ha, però,
una significativa variante nel racconto di Es 24,1-18: in un contesto
altamente sacrale, sigillato dalla teofania e dalla consumazione di un
pasto sacro alla presenza di Dio, questo racconto — comunemente
ritenuto tardivo — ha la funzione di legittimare i convenuti alla ce-
rimonia e al banchetto, accreditandoli come membri del “consiglio
divino†in quanto sono stati alla presenza diretta di YHWH senza su-
birne conseguenze 27. Ciò che è interessante e significativo ai fini del
nostro lavoro è il fatto che tra i convitati a questo speciale banchetto
– accanto agli immancabili Mosè e Aronne — figurino, insieme a un
gruppo di settanta tra gli anziani d’Israele, proprio Nadab e Abiu. Tra
l’altro, in questa circostanza costoro sono gli unici tra i figli di Aronne
a essere rappresentati 28. Di essi, come del resto del gruppo di convi-
tati, si dice che “videro il Dio d’Israele†(v. 10) e che YHWH “contro
i privilegiati tra gli israeliti non stese la sua mano: essi videro Dio e
poi mangiarono e bevvero†(v. 11). Come conciliare una tradizione
talmente positiva da risultare legittimante con la fine tanto tragica
quanto oscura di Nadab e Abiu, raccontata in Lv 10,1-2 e ripresa da
Nm 3,2 e 26,61?
Una risposta a questo quesito potrebbe venire dall’osservazione
attenta dell’evoluzione del personaggio di Eleazaro, che proprio in
Nm vede accresciuta la propria importanza e giunge ad assumere
of the Lord: A Socio-Literary Reading of the Death of Nadab and Abihuâ€,
JSOT 90 (2000) 31-39. Cardellini ritiene che la colpa consista nell’avere of-
ferto “un culto modificato secondo le proprie esigenze o secondo quelle del
popolo, trasgredendo le norme cultuali†(CARDELLINI, Numeri, 153).
26
I rabbini si dividono tra “colpevolisti†e “innocentistiâ€: per gli uni, Nadab
e Abiu si avvicinarono troppo a YHWH o erano ubriachi, oppure agirono in
modo arrogante; per gli altri, la punizione farebbe parte di un imperscrutabile
piano divino. Cf. R. KIRSCHNER, “The Rabbinic and Philonic Exegesis of the
Nadab and Abihu Incident (Lev 10:1-6)â€, JQR 73 (1983) 375-393.
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Questa è la posizione di J.L. SKA, “Le repas de Ex 24,11â€, Bib 74 (1993)
305-327 = “Vision and Meal in Exodus 24:11â€, The Exegesis of the Pentateuch.
Exegetical Studies and Basic Questions (FAT 66; Tübingen 2009) 165-183.
28
Significativamente, il Pentateuco Samaritano aggiunge i nomi di Elea-
zaro e Itamar subito dopo Nadab e Abiu.